sabato 9 maggio 2009

Il Giro e l'Italia


Omaggiato anche da Google, è partito oggi il Giro e devo dire che questa cosa non riesce a lasciarmi indifferente. Insieme al basket, praticato agli anni del liceo, il ciclismo è lo sport che più mi ha appassionato, e le tre settimame del giro sono certamente il trionfo di questa passione (più del Tour, molto più del Tour, ovviamente).
Una sigletta di qualche edizione fa diceva: "ma per fortuna c'è il giro d'Italia che passa sotto casa mia..." In effetti l'emozione di vedere passare il gruppo per strade che conosco e che magari ho percorso in bici è davvero unica.
Credo che il fascino di questo sport nel mio caso dipenda molto anche dal legame con l'ambiente alpino, che spesso fa da anfiteatro alle imprese più belle, ma anche dall'equilibrio tra comunitarietà e singolarità dei corridori (un buon capitano senza una buona squadra non va da nessuna parte, una buona squadra senza un campione, non può vincere).
Negli ultimi anni queste emozioni sono state parecchio mortificate dai ripetuti casi di doping, una vera piaga endemica di questo sport, che hanno toccato anche personaggi giovani e di grandi prospettive. Anche in questo, il Giro è come l'Italia; tanti cercano la scorciatoia, la furbizia e pensano che sia in fondo così facile farla franca... poi magari in questo modo vanno in fumo in modo pressoché definitivo immagine e credibilità (vedi caso Riccò).
Il cuore dunque è combattuto, ma il Giro mi sa che lo seguirò, anche perchè il bouquet di protagonisti quest'anno è sicuramente di prim'ordine. Io personalmente sognerei un classico dualismo, magari Basso-Cunego o Basso-Di Luca. I temi sono tanti: Basso che torna, Di Luca per l'Abruzzo, Cunego alla ricerca dell'eterna conferma, Armstrong al suo primo Giro, Simoni sempre a rompere e recriminare, e chi più ne ha più ne metta.
Non passano da Vezza, ma per un anno lo posso perdonare...

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