giovedì 11 agosto 2011

Due grandi ci hanno lasciato


Rosa Calzecchi Onesti, autrice della più bella traduzione in italiano dell'Iliade e dell'Odissea, soprattutto la prima, lettura imprescindibile per chi vuol capire qualcosa della cultura occidentale (insieme alla Bibbia, a Dante, Shakespeare, San Tommaso, T. S. Eliot e Charles M. Schultz).

Padre Roberto Busa, geniale gesuita che per primo ha utilizzato l'informatica nella liguistica, per lo studio di San Tommaso, convincendo nei lontani anni sessanta anche il numero 1 di IBM a collaborare al suo Index Thomisticus.

Il Signore li accolga nel suo Regno di luce e di pace.

lunedì 1 agosto 2011

Waltzing Matilda

La curiosità di un pomeriggio agostano alle prese con la suoneria del mio telefonino. Innanzitutto eccola, nell'interpretazione di un qundicenne ragazzo prodigio sudcoreano.



E questo è invece l'autore originale dell'arrangiamento: Tommy Emmanuel, finger picker australiano (ora però residente a Nashville, TN), alle prese con un boogie. Ascoltandolo si fa fatica a credere che faccia tutto con una sola chitarra.



Ora, lasciandomi portare a spasso dai link, ho scoperto un po' di cose su questa canzone. Per esempio che è stata scritta a fine Ottocento in Australia e che in quel paese c'è un movimento di opinione che vorrebbe sostituirla all'inno nazionale; moltissime sono inoltre le cover realizzate, soprattutto durante concerti in Australia (Abba, Dire Straits, Kyle Minogue, Rod Stewart, Dubliners...); infine la nazionale di rugby l'ha adottata come sua personale risposta alla haka dei cugini neozelandesi. Chi si oppone a questa proposta fa notare che il testo non è molto edificante, perchè parla di un vagabondo che ruba una pecora e per questo viene giustiziato; in questo però vi è chi legge una difesa dei poveri alle prese con uno stato autoritario. Ecco la canzone cantata dal più famoso cantante country australiano, Slim Dust.



Ultima nota: nella strofa finale si dice che il fantasma del vagabondo si aggira ancora presso la pozza dove avvenne il fatto, invitando chi incontra a ballare il watzer. Un po' come nella canzone di Molly Malone a Dublino, dove ancora si aggira il fantasma della graziosa fanciulla morta per una febbre che invita a comprare i suoi frutti di mare: "Cockles and mussels, alive, alive oh!"