mercoledì 25 febbraio 2009

Riesce sempre a sorprendermi...

... quando sono un po' stanco e ormai non ci penso più; quando sono indaffarato e ho mille pensieri; quando sembra che i malanni dell'inverno siamo sempre lì e non vogliano mai salutarti definitivamente.

... è allora che, quando meno me lo aspetto, ogni anno mi sorprendono i primi segni della primavera. E' accaduto anche stamane, passando in piazza Argentina, guardando i primi cespugli fioriti, color rosa tenue ma ugualmente vigoroso.

E lodo il Signore che ha fatto ogni cosa, anche le stagioni, per noi.

venerdì 20 febbraio 2009

I valori di MTV

Nina L. Díaz, è un'autrice di programmi per MTV, alla quale si devono due programmi che mi hanno fatto un po' riflettere: MTV Cribs e My Super Sweet 16.
Il primo, che si potrebbe tradurre con "MTV Culle" ci porta nello sfarzo della vita dei vip USA, descrivendoci le case, gli ambienti, le macchine di questi nuovi nababbi. Il programma si preoccupa di farci sapere, con appositi sottotitoli, il costo netto di ogni cosa, stimabile al minimo in alcune centinaia di migliaia di dollari. Ecco l'esempio di una puntata recente (il programma è molto longevo: nato nel 2000 ha raggiunto recentemente le 2000 puntate).

My Super Sweet 16 racconta invece l'organizzazione e lo svolgersi della festa di 16 anni di simpatici teen USA, in quanto la festa per il raggiungimento di tale età è il corrispettivo della nostra festa per i 18 anni (a 16 loro iniziano tra l'altro a poter guidarte le auto).
Anche in questo caso uno stereotipo ricorrente è quello della figlia (o più raramente figlio) che riesce ad estorcere al paparino cifre favolose, anche qui enfatizzate da appositi sottotitoli, per avere l'ospite o la location più cool.
Ora, qualche recensore ha trovato in tutto ciò una intenzione di sottolineare l'esito kitsh e grottesco del vedere di quanta inutilità possa circondarsi un vip vero o presunto.
Io per conto mio ci vedo solo l'esaltazione di un unico valore, quello del dollaro, col quale si può davvero comprare tutto, dall'affetto dei figli all'ammirazione degli abitanti della nostra società dell'apparire.

martedì 17 febbraio 2009

Canto OE - Versione definitiva

Oggi inizia Sanremo. Nelle nuove proposte avremmo sbancato.
Bravi tutti e un grazie speciale a Matteo.

martedì 10 febbraio 2009

Per Eluana II

Ieri sera rientro un po’ tardi (19.45) e con un bel mal di testa, ultimo colpo di coda dell’annuale influenza. Mangio qualcosa e poi mi metto a leggere il giornale. Mi colpisce subito la pubblicità in prima pagina del libro Eluana. La libertà e la vita scritto dal padre con una giornalista: mi fa pensare ad un’instant book di pessimo gusto, soprattutto per la scelta dell’instant, ovvero del momento. Non accendo la radio, perché il Gr delle 19.30 è già finito (la tele non ce l’ho). Alle 20.16 una adolescente mi fa uno squillo, abbastanza prolungato; non so perché, non li capisco mai troppo gli squilli al cellulare. Poco dopo mi chiama un altro adolescente: “Don ti ricordi che dovevo fare un articolo su Eluana per il giornalino dell’oratorio? Eluana è morta. Ora cosa faccio?” “Fallo lo stesso, venerdì alla riunione lo guardiamo insieme”. Eluana è morta. Potrei aprire internet e cercare notizie ma non lo faccio. Avevano detto che fino a giovedì non sarebbe successo niente ma siamo sempre impreparati alla morte, anche quando cerchiamo di addomesticarla.

Eluana è morta un po’ troppo sola. Il padre era a Lecco, per presentarsi oggi in tribunale; l’anestesista volontario che eseguiva il protocollo deciso è stato accompagnato in ospedale alla notizia della crisi cardio-respiratoria, ma ha solo potuto constatare il decesso; la madre è rimasta lontana, in un silenzio che dura da anni. Le sue suorine l’hanno vegliata da lontano.

Eluana è morta, ma qualcuno dice che era già morta 17 anni fa. Non so come fanno a dirlo… Eluana respirava, dormiva e si svegliava, tossiva, apriva e chiudeva gli occhi. Certo, non mangiava e non beveva da sola, come i bambini appena nati.

Eluana in questi mesi è diventata quasi una di casa, perché la sua vicenda è stata volutamente esposta alla pubblica attenzione. Esposta tuttavia in un modo strano: le sue foto da ragazza hanno invaso tutti i media, la sua immagine da malata, a differenza del caso di Terry Schiavo negli Usa, ci è invece stata nascosta, forse come un qualcosa di cui vergognarsi. La malattia, la disabilità sta tornando in questa direzione, sono nuovamente qualcosa da nascondere, qualcosa che rende indegna la vita, forse addirittura una colpa: “Ha peccato lui o i suoi genitori?”. “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati”. T. S. Eliot già nel 1934 scriveva che la nostra è una società “che avanza, progressivamente all’indietro”.

E poi, come se niente fosse, mezz’ora dopo, tutti a guardare il Grande Fratello, vero simbolo dello stordimento collettivo che consapevolmente spesso scegliamo: una casa chiusa, che ci protegga dalla realtà (ancora Eliot: “il genere umano non può sopportare troppo a lungo la realtà”) dove un gruppo di uomini e donne rigorosamente giovani, belli sani e ammiccanti si abbandonano ai più tradizionali rimedi contro la fatica del vivere (sesso, violenza e sostanze – alcool), facendoci credere che la verità non è da cercarsi a fatica in noi, ma nell’immagine abbagliante che riusciamo a dare agli altri.

P. S. Eluana aveva la mia stessa età; nel 1992, l'anno del suo incidente, ella frequentava Lingue in Cattolica, io facevo Filosofia. Forse ci siamo incrociati nei chiostri dell'Alma mater. E forse ci incroceremo ancora.

venerdì 6 febbraio 2009

giovedì 5 febbraio 2009

Per Eluana

«Migliaia di medici assistono ma­lati in quelle condizioni senza che per questo prevalga in loro lo sconvolgi­mento ma la realizzazione della missio­ne per cui sono diventati medici, cioè prendersi cura. Le stesse suorine e i va­ri altri che hanno assistito Eluana in que­sto periodo non hanno sentito la ne­cessità di questa ultima strana ingiuria».

«Anche esteticamente ha l’a­spetto per nulla impressionante di una donna, anche piuttosto florida, che vive in un letto a causa della sua disabilità, non certo di una ma­­lata, tantomeno una malata terminale». Eppu­re è un primario anestesista come Del Monte ad aver descritto una paziente molto diversa: «Gli ho sentito dire in tivù che Eluana lo ha scioccato appena l’ha vista su quell’ambulan­za. [...] Si è detto addirittura de­vastato. Descrive Eluana più o meno come un corpo inguardabile. Un anestesista della sua e­sperienza dovrebbe aver visto ben altro nella sua carriera professionale, come può scioccar­si per Eluana? Ma soprattutto come può rite­nerla morta? Che medico è? Finché è un padre disperato a farlo, passi, ma che lo faccia un medico non è accettabile. Di­re a una persona ’tu per me sei morto’ è il peggiore degli in­sulti, significa radiarlo dalla sfera umana... È la frase che ci fa ritornare indietro in uma­nità, che ci fa regredire a tem­pi molto bui».


Così su Avvenire di oggi scrivono Davide Rondoni e Suor Annalisa Nava, Madre generale delle Misericordine, che per 17 anni hanno curato Eluana Englaro. Alle suore, ringraziandole, aveva già scritto il nostro Cardinale.

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mercoledì 4 febbraio 2009

Hanno vinto le medie

Nel sondaggio qui a fianco, si intende. Di misura, ma hanno vinto.
Si affiancano così ai chierichetti, che avevano vinto il primo sondaggio contro il coretto.
Sono risultati equi? Ai posteri l'ardua sentenza...