martedì 2 giugno 2009

Il giro e l'Italia / II


E' stato un giro davvero spettacolare con un percorso che ha esaltato le bellezze del nostro territorio, seppur a discapito delle Alpi e delle tappe storiche. Le due tappe sulle strade costiere forse più belle d'Italia (Cinque Terre e Costiera amalfitana) sembravano un documentario naturalistico prima ancora che un evento sportivo.

Anche dal punto di vista ciclistico, la gara, sebbene dominata dal vincitore, ha avuto uno sviluppo interessante, con un Di Luca indomito (anche se a volte correva troppo da secondo, chiudendo continuamente sugli scatti di Pellizzotti e facilitando il lavoro della maglia rosa), un Armstrong non patetico, un Garzelli redivivo, un Basso onesto... Non sono mancate le polemiche, come è giusto che sia, in particolare per la vicenda della tappa di Milano.

Il finale poi poteva essere scritto da uno sceneggiatore di Hollywood: la maglia rosa avviata a vincere anche la tappa (lo stava appunto ricordando il buon Auro in telecronaca, gufando forse un po'...), che cade quando ormai quasi vede il traguado, la bici che scivola sui sanpietrini bagnati e il corridore che tenta invano di riagguantarla mentre scivola con lei, il suo rialzarsi trotterellando verso il mezzo necessario per riprendere la corsa con un andatura che ricorda quella dell'albatros di baudelairiana memoria, l'intervento dell'ammiraglia, la fatica a reinserire i pedali a scatto, l'urlo liberatorio dopo il traguardo.

Che dire? W il Giro e all'anno prossimo.

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