"Facebook ha molte potenzialità innegabili, e sulle quali non è il caso di aggiungere altro. Eppure nell'uso di Facebook c'è una tendenza su cui val la pena di riflettere a cercare riparo nel privato, a escludere il mondo esterno dialogando come se si fosse tutti dentro un bunker antiatomico.Fuori infuria la guerra, e noi ci ripariamo qui sotto, ci cerchiamo, ci stringiamo, rintanandoci dentro un universo in cui si è tutti "amici" per definizione. Ci prendiamo così il protagonismo che il mondo non ci concede. Intanto il mondo, fuori, va avanti per i fatti suoi."
Così Andrea Bajani su il Sole 24 ore di domenica 16 novembre (grazie a Marta che me lo ha passato). Io sono abbastanza d'accordo, aggiungendo che il rischio è anche quello di "appiattire" il passato e, in certo senso, svilirlo.
E voi, siete d'accordo?
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Sono assolutamnete d'accordo! ciao
RispondiEliminaInteressa il concetto di appiattire il passato, spiegalo meglio!
RispondiEliminaUn conto è un amico che ho visto ieri, un conto è uno che non vedo da cinque anni. Per facebook sono tutti uguali, mentre il nostro passato è fatto di svolte, di passaggi, di abbandoni, di partenze, di scelte. Non è un contenitore di cose indifferenziate e trascorse, che si possono riesumare a piacere. Il passato, in ultima visione, siamo noi, e infatti non torna mai tale e quale.. Ma forse ho complicato le cose.
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