giovedì 25 marzo 2010

Santina

Stasera è morta Santina, un'ospite di lunga data della Casa di riposo Santa Giulia.

Santina era una milanese di 86 anni, malata fin dagli anni dell'infanzia e allettata da più di un decennio. Dedicavo a lei tra i 15 e i 30 minuti ogni settimana, principalmente portandole la comunione dopo aver celebrato la Santa Messa il sabato pomeriggio; non di rado le portavo in visita qualche ragazzo dell'oratorio e lei non mancava di commentare quasi ogni volta: "Ma pensa te 'sti preti: non vi sposate ma guarda quanti figli avete".
Santina aveva un buonumore quasi inossidabile e uno spirito positivo, incredibile e contagiante. Eppure non era una sprovveduta: conosceva il male e la solitudine. Mi diceva: "Io prego sempre per i disperati, perché chissà come devono stare male". E ancora: "Quando andrò lassù, devo dirglene quattro al Padreterno".
Pregava tutta la mattina, rosari su rosari, e poi ancora fino alle quattro: "Poi basta, accendo la televisione". Ma la teneva muta, per non disturbare gli altri ospiti.
Se saltavo un sabato, la volta dopo mi sgridava; io poi le chiedevo se conosceva il vangelo della domenica (la Samaritana, la moltiplicazione dei Pani...) Mi rispondeva sempre di no, ma non ho mai capito se fosse sincera, se volesse compiacermi o se le piacesse sentirsi riraccontare le storie di Gesù.
In passato, una sola volta l'ho vista stare male, e nessuno pensava fosse giunta la sua ora: tolte le gambe, era sana come un pesce, tanto che era a letto da dieci anni e non aveva mai avuto una piaga da decubito.

Sono felice di aver conosciuto Santina e di aver goduto della sua amicizia. E' morta il giorno dell'Annunciazione, quando l'angelo dice alla Madonna: "Nulla è impossibile a Dio". Dieci anni a letto senza perdere il buonumore: "Nulla è impossibile a Dio".
Ora me la immagino a discutere col Padreterno, che alla fine avrà certamente ragione lui e la convincerà, ma prima mi sa che dovrà anche sentirle un po' sù, come quando io non arrivavo a tempo per la comunione.
Poi la vedo riabbracciare il suo papà Angelo e la sua mamma.
E poi sono certo che anche domani mattina pregherà nuovamente per tutti: per i sacerdoti, per i disperati, e per i ragazzi del nostro oratorio, come le chiedevo spesso. Rosari su rosari e ancora, dopo pranzo, fino alle 4 del pomeriggio.
Poi però basta fino a sera, perchè anche in Paradiso ogni tanto bisogna riposarsi.

1 commento:

  1. Sicuramente riposa in Paradiso, in pace e ricordandosi di noi con affetto!

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