Mattina
Sveglia tranquilla, anche in conseguenza di una notte un po' problematica. Colazione, ultimi ritocchi alla predica, poi scendo in chiesa. Arrivano pian piano i chierichetti: tra loro c'è anche Alessandra, figlia di genitori cingalesi; anche sua sorella per tanti anni ha servito l'altare con dedizione e puntualità. Rimango sempre colpito dalla compostezza con la quale la loro nonna viene a ricevere la comunione.
Mezzogiorno
Sono alla mensa dei poveri delle suore francescane di via Ponzio con un gruppo di giovani. Ci sono volti di ogni parte del mondo; mangio a tavola con un nero francofono (ivoriense?), una donna equadoregna e un giovane moldavo che è da quattro anni a Milano e parla benissimo l'italiano; mi raccontano delle loro difficili vite.
Pomeriggio
Mi reco a SS. Nome per aprire l'oratorio; Ester è già lì che mi aspetta. E' una giovane mamma croata che insieme al marito italiano e ad un'altra coppia ha dato vita ad un'iniziativa per i bambini da 0 a 3 anni. In un successivo spostamento tra San Martino e SS. Nome incontro Jenny, una ragazza di origini filippine che viene al nostro doposcuola dell'oratorio; è ai giardinetti del parco con un gruppo di amiche connazionali: la chiamo, si avvicina. A dire il vero, della sua età, 13 anni, c'è solo un'altra ragazza: le altre sono tutte più piccole compresi bambini di 6, 4 e 2 anni. Mi colpisce che bimbi così piccoli siano affidati alla custodia di ragazze poco più grandi di loro, ma non è la prima volta che noto questa modalità di uso del tempo libero di bambini e ragazzi asiatici. Le ragazze più grandi sembrano comunque molto coscienziose. Vado in oratorio: quando è quasi ormai ora di chiudere arriva Mohamed, che ora fa la prima media nella scuola italo-egiziana di via Ventura. La sua educazione e la pacatezza del tono della sua voce fanno da contrasto con un temperamento capace di entusiasmo e vigore, specialmente quando si dedica allo sport. Gli altri stanno giocando a ping pong, ma lui non è capace, allora mi sfida a calcetto; facciamo tre partite e le vinco tutte. Sono le 19, è ora di chiudere: sul quartiere è calato un nebbione d'altri tempi, cosa che rende il mio rientro a casa in moto quasi un'odissea.
PS: i nomi sono fittizi ma le storie sono tutte vere.
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